In questo periodo, come è nostra abitudine fare da sempre, siamo stati vicini alle associazioni di danza e in questi mesi ancora di più. Abbiamo raccolto il loro sgomento iniziale, la loro forza nel rispettare le regole prescritte per la tutela della salute di tutti.
Come sempre abbiamo continuato ad avere un filo diretto con le associazioni, cercando di fornire informazioni certe, in un marasma che ha colto anche noi decisamente di sorpresa. Li abbiamo stimolati a stare il più vicino possibile ai loro allievi. Ci siamo inventati competizioni on line per mantenere alto l’umore. Abbiamo pubblicato i saluti virtuali dei presidenti ai loro associati. Molte associazioni hanno iniziato a pubblicare lezioni on line, così come hanno cercato di continuare ad avere via web il loro contatto con gli allievi e noi li abbiamo seguiti nel loro intento.
Ma ora ci sentiamo di raccogliere la voce di tutte le associazioni di danza e quanto meno far sentire la loro perplessità e preoccupazione per questo periodo che sta per venire.
Il settore della danza, come quello dell’arte, della cultura, sono stati tra i primi ad essere chiusi per evitare e prevenire qualsiasi sorta di contagio.
La cosa però che ci rammarica di più e che le associazioni di danza, così come le associazioni sportive in generale, non hanno avuto in questi mesi la giusta attenzione, anche perché le problematiche inerenti al mondo dello sport non sono state mai affrontate in maniera sistematica.
Eppure, il loro ruolo è di fondamentale importanza. Svolgono un compito che coinvolge tutta la collettività. Privatamente si occupano di un bene sociale, al quale non possiamo non prestare attenzione!
Come la maggior parte delle attività, chi ha potuto si è rifugiata nel mondo dell’on line. Ma per la danza questo non è possibile. Non è possibile fare lezioni on line. Possono servire come supporto, ma non come base. La danza è fatta dalle persone con le persone. Un insegnante bravo non potrà mai correggere gli errori di un allievo se non dal vivo, se non lo vede, se non stabilisce con lui un contatto fisico. La danza, come tutti gli altri sport è fisicità e non si può prescindere da questa.
La danza è insegnamento. Insegna. Ma non insegna solo i passi di danza, no insegna qualcosa di molto più profondo. Insegna la disciplina, il rispetto delle regole, la fatica per raggiungere i più alti risultati.
La danza è benessere. Sì, non lo dimentichiamo mai. La danza fa bene al nostro fisico e alla nostra mente. Ci fa stare in forma. E un corpo informa è un corpo in salute. Così come cura il nostro umore. E dopo una lezione di danza si torna a casa stanchi ma felici.
La danza è socializzazione. Si occupa di una delle funzioni alla base di una sana società, lo stare bene insieme. Svolge, al pari di tutte le associazioni sportive, un ruolo basilare all’interno della nostra società. Si occupa di bambini, come degli anziani, così come delle diverse abilità sia fisiche che sensoriali. Le associazioni diventano un luogo per conoscersi meglio, per socializzare e instaurare sane relazioni sociali.
La danza ha mille sfaccettature. Le discipline sono le più disparate, dai balli di coppia a quelli di gruppo, dai balli caraibici al lisco e ballo da sala, dai balli afro latini, a quelli latino americani, rumba e cha cha cha, dalle discipline accademiche a quelle artistiche, passando per la street dance e l’hip hop. E l’elenco non finisce mica qui.
Noi, essendo un Ente Sportivo ci occupiamo particolarmente di Danza Sportiva, ma non possiamo dimenticare che la danza è una disciplina trasversale che tocca tantissime corde, come quelle dell’arte, della musica, dello spettacolo e della cultura.
In questi mesi lo Csen a livello nazionale, così come i comitati regionali e provinciali, sono stati in prima linea a contatto con il governo, le regioni e i comuni, così come con tutti gli altri enti sportivi.
Ma non possiamo non far presente che attualmente le scuole di danza sono davvero provate. Una stagione sportiva interamente saltata. L’impossibilità per molte di loro di pagare gli affitti e tutte le spese connesse delle palestre, delle sale per l’allenamento. Ripartenza incerta. Misure e provvedimenti da adottare molto più grandi delle loro capacità economiche ed organizzative. Per non parlare di tutte quelle fasce della popolazione andate in povertà in questi mesi e che non avranno la possibilità di ritornare a lezioni di danza o mandare i loro figli.
Alcune associazioni stanno pensando di chiudere e questo sarebbe un danno incalcolabile per tutta la società.
Dato il ruolo così preponderante, a nostro avviso il terzo settore dovrebbe avere un tavolo riservato per la ripartenza di tutte le attività.
Forse per l’ennesima volta rimarremo inascoltati, ma ci tenevamo a dare voce a tutte le associazioni che in questo momento stanno vivendo un periodo di crisi profonda. Non è una piuttosto che un’altra. Magari qualcuna in più e qualcuna in meno. Ma le difficoltà sono uguali per tutti. Ed è importante capire che, mai come adesso, l’unione fa la forza e che se non si rema tutti nella stessa direzione rischiamo di affondare.
E, con la filosofia che ci ha sempre contraddistinto, quella di stare insieme, quella di stare uniti, ora a maggior ragione ci sentivamo in dovere di dare voce a chi voce non ne ha, ma in silenzio svolge e svolgerà sempre uno dei ruoli fondamentali per il nostro Paese.
Redazione Rosaria Fabrizio
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